Polar Bear Hotel

In Cina è stato inaugurato il primo Polar Bear Hotel. Avete capito bene: un albergo che fa degli orsi polari vivi la sua attrazione principale. La struttura, che ha aperto le sue porte lo scorso venerdì, sorge all’interno del parco tematico di Harbin Polarland, nella provincia di Heilongjiang. Una vera e propria condanna per i poveri orsi polari che, tra l’altro, sono una specie in via d’estinzione, sempre più ridotta allo stremo a causa dei cambiamenti climatici e del conseguente scioglimento dei ghiacciai. “Le lacune nella legge cinese sulla protezione della fauna selvatica consentono alle aziende di sfruttare gli animali senza alcuna preoccupazione per il loro benessere” ha spiegato un portavoce di China Animal Protection Network.

L’orso polare è un grande viaggiatore in quanto è sempre in movimento alla ricerca di cibo ed è capace di percorrere anche 1000 km lungo la banchisa polare. Sono inoltre abilissimi nuotatori e possono percorrere lunghi tratti sott’acqua alla ricerca del cibo. 

Tenerli detenuti in uno spazio così piccolo e innaturale, (se pensiamo che ci sono finti ghiacciai, finte prede) comprometterebbe la loro salute psico fisica… Tutto questo è inaccettabile, è un vero orrore… FERMIAMO TUTTO QUESTO FIRMATE LA PETIZIONE! 

Firma Ora

BLOCCHIAMO LA STRAGE DELLE TARTARUGHE MARINE


BLOCCHIAMO LA STRAGE DELLE TARTARUGHE MARINE AFFIDANDONE LA TUTELA A MANI ESPERTE

Da troppi anni in Italia si sta combattendo una dura battaglia per fare chiarezza sugli ambiti di intervento, i ruoli e le funzioni dei professionisti che prestano la loro opera volontaria per il recupero e soccorso delle Tartarughe Marine. Questa confusione ha da sempre penalizzato la tutela e il benessere di questi animali protetti e con un ruolo biologico fondamentale per l’integrità dell’ecosistema marino.

Sono numerosi i riscontri, per esempio durante le delicate fasi di traslocazione, schiusa e ispezione dei nidi di tartarughe marine, di personale volontario non in possesso di idonei titoli di studio e adeguate competenze che si permette, bypassando il parere medico veterinario, di valutare lo stato di “BENESSERE” dei neonati e di decidere in modo del tutto arbitrario il destino di esemplari rimasti per troppo tempo sotto la sabbia, incastrati, feriti, completamente disidratati e stressati.

Ancor peggio, succede anche che piccoli di tartaruga marina vengano trattenuti sulle spiagge o trasportati presso laboratori privati, ancora senza alcun intervento di un medico veterinario, lasciando la valutazione sullo stato di salute degli esemplari, se questi siano bisognosi di cure o liberabili, di nuovo a volontari non in possesso di idonei titoli di studio e adeguate competenze e comunque diversi dai Medici Veterinari.

Per evitare la compromissione del benessere animale, noi sottoscriventi ci uniamo all’Associazione M.A.R.E. (Marine Animal Rescue Effort) Calabria nel chiedere al Governo italiano e alle altre istituzioni in indirizzo di fare quanto in loro potere per non recare danno con decisioni azzardate o superficiali – o non decisioni – alle specie protette e non penalizzare i professionisti che si sono formati e si formano costantemente per la tutela di questi splendidi animali, imponendo:

LA PRESENZA DI UN MEDICO VETERINARIO SPECIALIZZATO, DEI SERVIZI VETERINARI DELLE AZIENDE SANITARIE LOCALI E/O DEL CENTRO RECUPERO COMPETENTE PER TERRITORIO, IN TUTTE LE FASI DI MANIPOLAZIONE DI NIDI O NEONATI DI TARTARUGHE MARINE.

L’OBBLIGO DI INDIRIZZARE I NEONATI BISOGNOSI DI SOCCORSO ALLE CURE DEL MEDICO VETERINARIO SPECIALIZZATO DEL CENTRO RECUPERO TARTARUGHE MARINE REFERENTE PER IL TERRITORIO.

Si tratta di misure urgenti per prevenire la sofferenza inutile di milioni di neonati di tartarughe marine ED EFFETTUARE LA VERA TUTELA DELLE SPECIE PROTETTE.

Lascia la tua firma

Salvare i daini del Parco Nazionale del Circeo

L’Ente Parco ha pubblicato nei giorni scorsi i bandi per il contenimento del numero di daini nella foresta demaniale previsto dal Piano gestionale.

I bandi sono tre:

il primo per adozioni per scopo ornamentale (che parola triste…)

il secondo, per l’allevamento “a scopo alimentare” (cioè con destinazione alla macellazione)

il terzo, per l’allevamento all’interno delle Aziende agro-turistiche e venatorie (cioè per le facili partite di caccia).

Attraverso questa petizione vogliano raccogliere firme per formalizzare all’Ente Parco la richiesta di ANNULLAMENTO IN AUTOTUTELA del secondo e del terzo bando e la rettifica di alcuni criteri nonchè un allungamento dei termini presentazione manifestazione d’interesse per quanto riguarda il primo bando.

CHIEDIAMO:

che i primi 5 anni del piano gestionale, si proceda solo e soltanto con le adozioni “ornamentali” e durante lo stesso periodo si proceda altresì alla cattura di altri capi femmina per la loro sterilizzazione.

FIRMA LA PETIZIONE

SEGUITECI:
https://www.facebook.com/groups/2772654279478404/?multi_permalinks=3837931926283962&comment_id=3838647552879066&notif_id=1614087973786885&notif_t=feedback_reaction_generic&ref=notif

CAMPAGNA #GLOWINGGONE

I CORALLI RISPLENDONO DI COLORI VIVACI NEL DISPERATO TENTATIVO DI SOPRAVVIVERE. AIUTACI A PROTEGGERE GLI OCEANI: SOSTIENI LA CAMPAGNA #GLOWINGGONE

Avete mai notato che alcuni coralli risplendono di colori vivaci? Vi siete mai soffermati a pensare al perché abbiano questi colori? Potreste pensare sia bellissimo, ma in realtà è uno dei più inquietanti e tristi segnali di avvertimento che la natura ci sta lanciando nel disperato tentativo di sopravvivere.
Questo è l’ultimo ammonimento visivo che l’oceano ci sta dando. Come risultato del crescente aumento delle ondate di calore oceanico dovute al cambiamento climatico, i coralli producono sostanze chimiche dai colori vivaci che agiscono da protettore solare nel disperato tentativo di salvarsi.
Questo fenomeno è passato finora in gran parte inosservato, ma è un chiaro indicatore del cambiamento climatico e sottolinea il raggiungimento di un punto davvero critico per il nostro pianeta.
L’OIPA Italia insieme ad OIPA International ha deciso di aderire alla campagna #GlowingGone lanciata dal Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) e l’agenzia Ocean per sostenere e supportare un’azione globale mirata ad una maggiore protezione degli oceani.
Le barriere coralline devono essere salvate e protette non soltanto dalle minacce locali come la pesca eccessiva e l’inquinamento, ma anche dalla minaccia globale del cambiamento climatico che influisce in gran parte sugli oceani, fonte di sostentamento per la vita sulla terra. La parte superiore degli oceani sta infatti assorbendo più del 90% del calore dovuto a tale cambiamento, ponendo la barriera corallina in prima linea nella gestione del problema.
Anche un minimo cambiamento di temperatura (appena di 1 grado centigrado), porta allo spegnimento dei sistemi vitali della barriera e questo è ciò che indica la luminosità dei coralli. Dovremmo essere tutti molto allarmati da questo fenomeno, poiché è un chiaro indicatore visivo del sistema planetario che sta iniziando a collassare.
Negli ultimo 30 anni, il 50% dei coralli del mondo è morto e la situazione è in peggioramento, motivo per cui per poterli salvare è necessaria un’azione rapida e globale.
Fino ad ora vi è stata una mancanza di consapevolezza e supporto, oltretutto la conservazione della barriera corallina non ha mai avuto nessuna priorità, ma questa è la prima volta in assoluto che potremmo perdere un intero ecosistema su scala globale.
Alcuni coralli sono meno vulnerabili ai cambiamenti climatici grazie al loro posizionamento. Attraverso un’azione mirata non solo potremmo aiutarli a sopravvivere ma anche utilizzarli per ripopolare altre barriere coralline.
Il futuro dei nostri oceani sarà determinato da una serie di imminenti incontri politici chiave a livello internazionale tra il 2020 e 2021. Ora, più che mai, dobbiamo mostrare il nostro sostegno.
Unendovi anche voi alla #OceanLeague, un movimento globale in difesa di una maggiore protezione degli oceani potremmo far sentire la nostra voce.

Supporta la campagna, visita il sito glowing.org e firma anche tu! https://www.glowing.org/

Diffondi la voce con l’hashtag #GlowingGone e #OceanLeague!

photo, articolo e info OIPA

No all’abbatimento dell’Orso di Fontana Maora


In Trentino, dopo il drammatico incontro di padre e figlio con un orso, in arrivo una nuova ordinanza per l’abbattimento dell’animale, una vera e propria condanna a morte!

Il brutto incontro di ieri sera con un orso da parte di due persone, rimaste ferite da graffi e morsi del plantigrado – verificatasi nella zona del Monte Peller, ha portato il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti a firmare un’ordinanza di abbattimento nei confronti dell’animale.
Il plantigrado apparso all’improvviso si è avventato verso le due persone ferendole. Padre e figlio hanno raggiunto l’auto che avevano parcheggiano nei pressi di un laghetto per poi recarsi all’ospedale ‘Valli del Noce’ di Cles e raccontare la spiacevole avventura.
Va detto che aggirasi senza una guida qualificata, e per giunta di sera In una zona a 1500 mt. di altezza, dove il ripopolamento degli orsi ha avuto grande successo, (e anche per questo aspetto rappresenta una importante attrazione turistica), è una scelta perlomeno azzardata e che può comprensibilmente comportare rischi.

Ora, se in alcuni casi come la discesa ripetuta nei centri abitati a valle, l’incontro con un orso può essere considerato un rischio non accettabile, incontrare animali selvatici di grande mole nel LORO habitat naturale, in orari serali e magari andando a disturbare i loro equilibri, non può automaticamente determinare la decisione di un abbattimento.

Se una simile inaccettabile politica, evidentemente condizionata da considerazioni economiche legate all’industria turistica, venisse adottata ovunque vivono grossi mammiferi allo stato selvaggio, la loro estinzione sarebbe assicurata. Si provveda piuttosto a regolamentare le visite con guide qualificate.

Oggi gli abiti dei due feriti ed altri campioni utili ad identificare l’animale attraverso l’analisi del Dna, sono stati già inviati al laboratorio della Fondazione Mach.
Questo però non garantisce affatto che soltanto il “colpevole” venga inseguito, con grande rischio per l’incolumità della popolazione di plantigradi. Secondo l’amministrazione provinciale in Trentino, “il numero degli orsi è superiore alla possibilità del territorio e per questo sarà predisposto un piano di gestione da sottoporre al ministro Costa”. Questo tradotto significa che si potrebbe rischiare presto l’avvio della caccia grossa al plantigrado.
Fermiamo l’ordinanza e richiamiamo le autorità al rispetto e alla tutela dell’ambiente!

photo e fonte change.org

Stop al Commercio di Animali Esotici

LAV ha lanciato questa petizione e l’ha diretta a Sergio Costa (Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare)

Gli animali esotici oggi possono essere allevati, riprodotti e venduti, ma anche essere oggetto di traffici illegali dai fini più crudeli. Come se non bastasse, il commercio di questi animali costituisce anche un potenziale rischio sanitario per le persone. Gran parte delle epidemie dell’ultimo secolo sono nate infatti da zoonosi e si sono diffuse a causa dello sfruttamento degli animali. Covid-19 compreso. Per questo chiediamo di vietare una volta per tutte la riproduzione e il commercio di tutti gli animali esotici!

Pochi mesi fa dieci tigri sono state trasportare da Latina al confine tra la Polonia e la Bielorussia, dove sono state bloccate. Una di loro non ce l’ha fatta. Ora sono salve, anche grazie al nostro intervento. Erano tutte destinate a un inesistente “zoo” in Daghestan: un terminale fittizio, forse, di orribili traffici verso la Cina, dove spesso gli animali arrivano già smembrati per essere utilizzati nella medicina tradizionale. Un recente studio ha confermato che l’Italia è uno dei principali Paesi per il commercio di tigri in Europa.

Com’è possibile che queste tigri fossero prive di ogni diritto solo perché nate in cattività, quando le loro simili nate in natura sono protette? Perché esistono animali esotici di serie B?

Il traffico di animali esotici è un business globale, secondo solo al traffico di armi e droga. Nell’Unione Europea il traffico di specie di flora e fauna protetta, e dei loro prodotti derivati, vale circa 100 miliardi di euro l’anno.

In Italia il giro d’affari è di 2 miliardi di euro l’anno.

Oltre al traffico illegale, in Italia sono allevati e commerciati legalmente anche armadilli (cugini dei pangolini), serpenti (le cui madri piene di uova vengono catturate in natura in Paesi nel sud del mondo), pappagalli e altri uccelli, ricci, salamandre, tartarughe, cani della prateria e mustelidi vari (cugini degli zibetti). Un elenco lunghissimo e preoccupante, di cui non si conosce neppure l’entità.
Molti di questi animali costituiscono anche un potenziale rischio sanitario per le persone.
È stato l’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, ad affermare che “mai prima di oggi gli agenti patogeni hanno avuto così tante opportunità di passare da animali selvatici e in prigionia, alle persone”.

Ministro Costa,
l’Italia è stato uno dei Paesi più duramente colpiti dalla pandemia e deve farsi promotrice nel mondo di un importante cambiamento! Dal 5 al 9 Ottobre a Ginevra si terrà il 73° Meeting dello “Standing Committee” della CITES: un’occasione importante durante la quale potrà farsi portavoce di una richiesta di revisione profonda degli Accordi che regolano il commercio di animali esotici. Lo dobbiamo alle numerose vittime umane, ai milioni di animali e al Pianeta intero!

Per questo chiediamo al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa di:

Vietare la riproduzione, la vendita e il commercio intracomunitario e di esportazione degli animali esotici nati in cattività e delle loro parti derivate (ossa, pelli, zanne).
Trasformare la Convenzione di Washington (CITES) – che regolamenta il commercio delle specie minacciate di estinzione – in un Accordo internazionale per il controllo del divieto di commercio di tutti gli animali esotici.
Creare un registro obbligatorio di tutti gli animali esotici presenti sul territorio italiano ed europeo.
Restringere immediatamente il commercio delle specie esotiche in vista di un totale e definitivo bando di tutte le specie a livello europeo.
Inasprire le pene e intensificare le attività di repressione del traffico illegale.

Contiamo su un suo deciso intervento a tutela degli animali, dell’ambiente e della salute di tutti i cittadini. Grazie.

Aiutaci anche tu a fermare il commercio degli animali esotici.
Firma ora la petizione #NONTRAFFICOANIMALI e condividila con tutti i tuoi contatti!


photo – fonte e articolo LAV

#NONLASCIAMOSOLONESSUNO


Sono trascorsi più di 45 giorni da quando ci siamo attivati su tutti i fronti per aiutare gli animali e le loro famiglie durante l’emergenza coronavirus.
Abbiamo subito attivato un frontdesk, attivo 7 giorni su 7, grazie al quale abbiamo già aiutato oltre 11 mila persone con animali a orientarsi nell’emergenza. Insieme al nostro Ufficio Legale abbiamo fornito assistenza e consulenze gratuite a chi è stato ingiustamente multato.
Con 200 attivisti, da nord a sud, siamo ogni giorno in prima linea per fornire cibo e cure a centinaia di animali che, senza il nostro intervento, non ce la farebbero.
A Roma con la nostra ambulanza veterinaria da aprile siamo operativi per fornire un aiuto tempestivo per le segnalazioni più urgenti.
Stiamo facendo il possibile per gli animali e le loro famiglie, e continueremo a farlo, perché noi #NONLASCIAMOSOLONESSUNO!

photo e fonte LAV